Dov’è l’Ordine degli Assistenti sociali in questa situazi? #covid-19

Torna il v-log di Assistente sociale privato, oggi vi proponiamo una riflessione con Sabrina Ritorto, su un argomento molto attuale:

Dov’è l’Ordine degli Assistenti sociali in questo momento di emergenza?

Cosa sta facendo l’Ordine per dare visibilità  alla nostra professione? 

Per supportare i professionisti che sono impiegati in prima linea per questa emergenza?

Si continua a vedere una grande rappresentanza  degli Ordini degli Psicologi in TV, cosa che invece non accade con noi assistenti sociali; molti nostri colleghi sono in trincea, in prima linea, esattamente come altri professionisti, ma nel nostro Paese non vengono valorizzati.

Cosa che ad esempio non accade in Inghilterra, dove la Regina ha messo in risalto il lavoro degli Assistenti sociali e non solo, sottolineando l’importanza che ricoprono in questa situazione.

Ciò che manca è un supporto vero e proprio, abbiamo persona un’opportunità, quella di “stare qui”, di essere nel “presente”, di farci sentire come comunità professionale: se siamo ad esempio nel milanese ed abbiamo aziende consortili, è vero che possiamo lavorare bene e non sentiamo questa situazione  perchè siamo agevolati dall’Azienda;

…ma quelle colleghe che lavorano nei piccoli comuni,come vengono supportate? Cosa si fa per loro?

FORMAZIONE…QUESTA SCONOSCIUTA

Manca un percorso formativo riguardante l’emergenza, è stato  proposto un questionario, che in qualche modo offende la formazione continua, dando crediti senza mettere in moto una riflessione, e un pensiero continuo.

Un questionario che non sottolinea le vere problematiche, ma che regala crediti senza accrescere il sapere  e la riflessione,.

Se non siamo stati in grado di ragionare sull’emergenza, come possiamo essere credibili sul dopo?

I punti di riflessione sul futuro sono ottimi, ma manca una coerenza sul presente.

Come lavoreremo dopo?

Non ci sono interviste di colleghi a riguardo, ma nei giornali vediamo solo psicologi, come se noi assistenti sociali, dopo la pandemia fossimo reclusi al ruolo di “dare soldi”.

Essere presenti adesso avrebbe rimandato un’immagine diversa della professione, sottolineandone e mettendone in risalto il ruolo di aiuto e sostegno nei confronti dell’utenza.

Questo contributo non vuole essere una polemica sterile, ma un confronto aperto a tutti!!!

Cosa ne pensi??

 

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