gliospitidellunedi: Segretariato Sociale

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FRANCESCA CODAZZI PARLA DEL SEGRETARIATO SOCIALE

 

SEGRETARIATO SOCIALE E FUNZIONE DI FILTRO: QUALE COMPETENZA
Il tema del segretariato sociale è connesso a quello del lavoro sociale diretto ed
indiretto.
cos’è il segretariato sociale? ci sono definizioni? quai le funzioni e gli aspetti
organizzativi e amministrativi? è quelli pratici?
DEFINIZIONE DI SEGR. SOCIALE (fargion pagina 75)
1) il segretariato è un servizio dedicato ad un’area di bisogno essenziale per le
persone: l’informazione
2) consiste in un lavoro di informazione e orientamento, rivolto a tutti i cittadini
che ne abbiano bisogno e alla comunità nel suo complesso
3) è una specifica funzione che richiede preparazione, competenza e
professionalità
4) nel contesto del SS il segretariato assume anche UN’IMPORTANZA ETICA: si
riferisce al diritto delle persone di avere uguali opportunità nell’accesso alle
strutture.
RIFERIMENTI NORMATIVI
– diritto di informazione art 21 costituzione
– diritto/dovere all’informazione per la PA legge 142/1990 (riordino autonomie
locali)
– trasparenza: diritto dei cittadini di accedere alla documentazione della PA Legge
241/1990
– trasmissione info e comunicazioni delle PA Legge 150/2000
– introduzione carte dei servizi che obbligano ogni ente a dichiarare i servizi
erogati, modalità, standard garantiti
– legge 328/2000 art. 22 c. 1 Informazione e consulenza alle persone alle famiglie
per favorire la fruizione dei servizi e per promuovere iniziative di auto aiuto – c. 4
le leggi regionali devono prevedere SSP e segretariato per informaziOne e
consulenza ai singoli e ai nuclei familiari
Il segretariato sociale
– dovrebbe essere un servizio gratuito e facilmente accessibile
– dove le persone possono ricevere orientamento e conoscere come accedere ai
servizi e alle risorse formali/informali, pubbliche e private rilevanti per la loro
situazione (diritto all’informazione)p
TRE COMPONENTI PRATICHE del segretariato prof.le
– ci deve essere un LAVORO PRELIMINARE per l’offerta del servizio: va
costruito un contesto organizzativo per l’accesso e vanno raccolte e
sistematizzate le informazioni necessarie e utili per fornire consulenza –>
VANNO cioè creati una BANCA DATI dell’offerta in rif. alle principali domande e
degli STRUMENTI per la diffusione dell’informazione. Normalmente questa
componente viene definita back Office di cui fa parte anche il lavoro di
conoscenza e messa in rete delle risorse presenti nel territorio o comunque
accessibili
– DOCUMENTAZIONE molti servizi si sono dotati di un insieme di strumenti
diversificati che consentono di monitorare i bisogni emergenti sul territorio e ciò
rappresenta un mezzo per pianificare i servizI, ES. CARTELLA SOCIALE
INFORMATIZZATA
– l’INCONTRO CON LE PERSONE (PRIMO COLLOQUIO) è lo strumento per
una possibile comprensione dei bisogni delle persone e delle specifiche
esigenze informative e di orientamento. In questa fase è importante seguire e
accompagnare anche il contatto delle persone con altri servizi.
ASPETTI ORGANIZZATIVI DEL SEGR. SOC. (FARGION 54)
riguardano
– sia i processi di informazione e conoscenza del Servizio da parte della
comunità
– sia l’effettiva organizzazione dell’accesso in relazione alla rete di RISORSE in
cui il servizio è inserito.
l’obiettivo primario del serg sociale è creare raccordi tra bisogni e risorse
(PIERONI – DAL PRA)
e l’AS deve intervenire anche per attivare risposte laddove queste non esistono o
non siano rispondenti ai bisogni reali delle persone.
QUINDI AVERE LE informazioni rappresenta una pre-condizione essenziale
per la fruizione delle risorse stesse.
RISORSE (T.Piva)
– … nei servizi territoriali alcune risposte alle domande dei clienti sono fornite
proprio dal rapporto con gli operatori: ascolto, comprensione, consulenza,
educazione,…
– questo strumento essenziale (IL RAPPORTO PROF.LE) non copre tutte le
esigenze concrete portate degli utenti: i cittadini hanno spesso bisogno di trovare
una casa, un lavoro, un sussidio temporaneo o definitivo, essere ammessi in una
scuola o corso prof.le, adottati da una famiglia o accolti in comunità, di entrare in
un’associazione o di essere accettati nel gruppo amicale, di avere una sede per
riunirsi ecc.
– le risorse solo in parte si trovano all’interno di un servizio, molte sono collegate
con le opportunità presenti nell’ambiente
– la loro caratteristica è che non si trovano GIÀ PRONTE, VANNO CERCATE.
è necessario conoscere il contesto organizzativo in cui si opera e dell’impatto
che questo ha sulle pratiche di intervento, curando:
– la porta di accesso: il cittadino si trova a entrare in contatto con un servizio
specifico che orienta e accompagna verso altre strutture: è necessaria una
conoscenza accurata delle risorse del contesto territoriale.
– le modalità di accesso, va sottolineato che il momento del primo approccio
avviene spesso in una situazione di grande stress per gli individui, quindi è
IMPORTANTE chiedersi come arrivano le persone, quali dispositivi e quali modi
possono essere più semplici e accoglienti, come rendere il primo contatto
un’esperienza in cui inizia un percorso di possibile miglioramento della situazione.
alcuni spunti/interrogativi da tenere a mente nel “primo incontro:
1) come approciarsi alla persona in modo che questa si senta rispettata e trattata
con dignità, tenendo conto della sua libertà di scelta? (RICORDATE I PRINCIPI?)
2) come entrare in contatto in modo da riconoscere e accogliere i vissuti e anche le
difficoltà che le persone stanno attraversando? le persone arrivano ai servizi con
carichi emotivi notevoli e avendo percorso varie possibilità di soluzione
3) quanto le nostre modalità relazionali sono legate al nostro ruolo prof.le o
richiamano ad es.una situazione amm.vo-burocratica dove ci si occupa di
procedure e documenti?
partire da dove è l’utente, significa tenere a mente che
– noi entriamo in contatto con le ps con l’idea di presentare e attivare percorsi di
aiuto
– le persone possono non essere sulla nostra lunghezza d’onda e spesso pensano
che il contatto con l’AS sia pericoloso; possono quindi mettere in atto meccanismi
protettivi
QUINDI possiamo provare ad esplicitare il nostro ruolo e ciò che si fa, per renderci
più vicini alle persone
è importante studiare il modo che il servizio può attivare per farsi conoscere, e di
valutare se le info e i mezzi utilizzati per farle circolare sono i più adeguati per
raggiungere in particolare di popolazione del servizio e i soggetti più vulnerabili.
è NECESSARIO tenera a mente la questione dell’immagine dei servizio in relazione
all’accesso
curare l’immagine significa dare importanza a ogni interfaccia del servizio con la
comunità, facendo in modo che ogni contatto veicoli un’informazione corretta
anche dal punto di vista della relazione (rif. avvicinarsi al cliente).
per concludere, teniamo a mente che nel contesto organizzativo attuale (dove c’è
un sistema integrato di servizi e interventi), l’AS deve sviluppare il suo ruolo di
CASE MANAGER incrementando la modalità di lavoro per progetti e di messa in
rete di tutte le risorse necessarie al progetto stesso.

 

BUONA VISIONE