#gliospitidellunedi: Principi, teorie e modelli

Francesca Codazzi per la rubrica #glisospitidelunedi del blog #ilnudodelre di Assistente Sociale Privato parla dei Principi, delle teoria e dei modelli.

 

Prima di iniziare a parlarvi di alcuni aspetti organizzativi e pratici che riguardano la professione, ho pensato di andare a RIPASSARE alcuni concetti base del servizio sociale. questo per PROVARE A COLLEGARE  – TEORIA R PRATICA.

 

il SERVIZIO SOCIALE è una DISCIPLINA SCIENTIFICA che

– per orientare l’operatività, si basa su fondamenti teorici e  deve elaborare schemi di riferimento concettuali che aiutano a fare ipotesi conoscitive e operative.

Questi SCHEMI VANNO INTEGRATI continuamente, analizzando la loro adeguatezza e coerenza rispetto alla soluzione di un determinato problema.

 

riprendo la definizione di Elisa Bianchi 1998

il servizio sociale è una disciplina di sintesi tra elementi di conoscenze (provenienti da discipline diverse) volta all’operatività, che ha per oggetto l’uomo nel suo rapporto con l’ambiente

 

la sintesi SELEZIONA le impostazioni teoriche per orientare percorsi, strumenti e tecniche utili ad attuare nella pratica la filosofia del servizio sociale,

che si basa su PRINCIPI, il cui perno è sempre stato l’uomo con la sua dignità, con il suo essere parte della storia.

riprendendo DAL PRA PONTICELLI 1985

“il s.s. si basa sulla concezione che l’uomo è un valore, in quanto dotato di infinite potenzialità, capace di libertà e di autonomia, in grado di compiere scelte consapevoli e creative, di assumersi responsabilità e prendersi cura degli altri, in grado di dominare le leggi della natura attraverso studi e attività che esprimono il suo infinito potere di ricerca”

DUE sono i VALORI ASSOLUTI per il lavoro sociale, presenti nel Codice Deontologico dell’Assistenti Sociali:

dignità e libertà della persona.

affermare e fare propri nella professione pratica questi valori significa

  • RICONOSCERE la libertà di esprimersi e realizzarsi come persona
  • RISPETTANDO la dignità e le capacità dell’uomo di affermarsi attraverso scelte autonome

Per il s.s. italiano il sistema di valori/diritti ha costituito la base per individuare e focalizzare i principi deontologici e gli atteggiamenti prof.li, il cui nucleo essenziale è L’IDEA CHE L’UOMO SIA UN VALORE IN SÈ STESSO.

 

I valori assoluti POI si trasformano IN PRINCIPI GUIDA CONCRETI PER DIVENIRE fruibili nel contesto delle prassi e dell’operatività prof.le. ECCOLI di seguito elencati

  • principio del rispetto della persona, qualunque siano la sua situazione soggettiva ed oggettiva ed i bisogni e/o problemi di cui è portatrice;
  • principio della valorizzazione delle risorse
  • principio dell’autodeterminazione
  • principio rispetto e promozione dell’uguaglianza e della partecipazione;
  • principio della solidarietà;
  • principio della responsabilità;
  • principio della coerenza;
  • principio della personalizzazione dell’intervento
  • principio della riservatezza e segreto prof.le

 

I principi dovrebbero indicare gli OBIETTIVI E LE PROSPETTIVE verso cui tendere, qualificando l’azione prof.le. Ai principi-guida sopra detti, se ne aggiungono altri che costituiscono un orientamento operativo in senso proprio:

  • la persona è connessa con il suo contesto di vita;
  • la comunicazione è uno strumento fondante della relazione
  • serve fiducia nel cambiamento a livello individuale, ambientale, comunitario e sociale
  • la persona è portatrice di diritti che vanno rispettati (quali accettazione, accoglienza, non-discriminazione, protezione)

 

L’ATTENZIONE  degli AASS VERSO LA PERSONA e i suoi diritti fondamentali trova testimonianza nella ricerca continua di MODELLI e METODOLOGIE utili a concretizzare poi interventi operativi.

 

questa particolarità della professione di tradurre i principi e i valori in azioni concrete ha rappresentato sia il suo p.d.forza che un p.d.debolezza:

  • forza: capacità di concretizzare in azioni pratiche dei principi che paiono solo apparentemente filosofici
  • debolezza: paradossalmente l’agire pratico può offuscare la forza di teorie fondate su un apparato valoriale, favorendo una connotazione minimalista dell’agire sociale.

 

SAPPIAMO TUTTI CHE:

  • L’AS è un professionista che trae spunto da un corpo disciplinare che si realizza in azioni operative, entrambi fondati su valori.
  • per l’attuazione delle azioni, il s.s. deve operare in base ad un sistema disciplinare teorico e a una metodologia scientifica, quindi in base a modelli capaci di sostenere l’azione prof.le

 

COS’è LA TEORIA:

  • DIZIONARIO: formulazione sistematica di principi che spiegano una serie di fenomeni
  • deriva da un’osservazione della realtà
  • la teoria non offre solo spiegazioni, ma incorpora anche SPUNTI/STRUMENTI PER INTERROGARE la pratica con domande PER EVITARE DI dare per scontate rappresentazioni e soluzioni basate su abitudini e schemi mentali consolidati.
  • di per sé una teoria non ci dice se una valutazione è giusta o sbagliata in astratto, ma solo se è coerente in relazione agli assunti e al modello esplicativo della teoria medesima. (Fazzi)

 

 

il MODELLO (DIZIONARIO) è definibile come uno SCHEMA TEORICO DI RIFERIMENTO CON FUNZIONE ORIENTATIVA DELLA PRASSI.

  • quindi è una STRUTTURA che indirizza la conoscenza e l’interpretazione dei fenomeni
  • su cui costruire indicatori di verifica e di valutazione dei risultati conseguiti in relazione agli obiettivi dell’azione/intervento/sperimentazione.
  • è uno strumento per la teorizzazione delle esperienze prof.li condotte e dei risultati ottenuti o meno, PER RENDERE il lavoro scientifico, verificabile, socializzabile/trasmissibile, controllabile (“sapere” per il “fare”)
  • ma anche per SUPERARE i limiti dell’azione quotidiana.

 

i modelli elaborati dalla prima metà del ‘900 ad oggi si sviluppano PRINCIPALMENTE in due fasi:

  • fase dominata dal modello medico (studio-diagnosi-trattamento) con prevalenza di interventi settoriali

il s.s. opera prevalentemente nella LOGICA DELLA CURA E del contenimento, della presa in carico di situazioni problematiche da risolvere (aspetto terapeutico) partendo dalla premessa che le situazioni di disagio derivano da condizioni personali di incapacità o impossibilità a governare problemi/cambiamenti. il disagio è in rapporto causa effetto.

s.s. influenzato da teorie psico-analitiche, approcci diagnostico-terapeutico, dal l’orientamento psico-sociale e funzionale.

 

  • fase dominata dai modelli legati alla teoria dei sistemi come quadro esplicativo della complessità dei fenomeni; si teorizzano interventi in prospettiva unitaria e globale

si assume questo modello come paradigma interpretativo dei fenomeni sociali ed individuali, alla quale si accompagnano concetti quali complessità, multifattorialità, relazionalità, comunicazione, equilibrio, cambiamento, relatività.

 

 

 

Si passa

– dalla linearità causa-effetto

– alla complessità sistemica,

– alla consapevolezza che un problema è la risultante di variabili diverse e interagenti.

 

Si passa dalla VISIONE INDIVIDUALE al riconoscimento del soggetto inserito in un CONTESTO (articolato in aree ed ambiti di prossimità) che realizza il proprio progetto di vita nell’incontro relazionale con il contesto stesso.

La persona non solo destinatario ma protagonista consapevole dell’aiuto

 

DEF. METODO: procedimento atto a garantire sul piano teorico e pratico il RISULTATO, messa in opera

 

sul piano metodologico

  • si afferma l’esigenza di un paradigma interattivo processuale, e valutativo
  • la complessità delle variabili che intervengono in un problema comporta livelli di intervento multipli e articolati rispetto a più componenti e momenti.

 

Ciò si traduce in un’osservazione su più piani poiché la complessità della pratica non può limitarsi a una sola disciplina ma implica un approccio multi-referenziale, che crea le proprie costruzioni in riferimento a diverse teorizzazioni fondate scientificamente

 

quindi i diversi approcci conoscitivi e interpretativi della realtà sociale si intrecciano continuamente con il pensiero-in-azione degli operatori e degli utenti clienti legato alla pratica professionale e all’esperienza consolidata nei contesti operativi dei servizi.

 

QUINDI Di fronte ai modelli già elaborati e conosciuti possiamo sviluppare un rapporto critico e riflessivo: di fronte a una situazione/problema possiamo pensare “criticamente” a quali teorie possano “illuminarci” di più per la sua comprensione e “orientarci” verso gli interventi più adeguati.

 

quindi è necessario avviare un processo continuo e interattivo di approfondimento e definizione concettuale

per favorire un riordino sia teorico che metodologico, attraverso una MODALITÀ COMPOSITIVA tra sforzi intellettuali di riflessione sul servizio sociale e l’azione degli operatori che si interrogano sul proprio lavoro sociale