Oggi vi parlo del mio primo ‘amore’ professionale: il lavoro con gli adolescenti e ancor di più degli adolescenti sottoposti a procedimenti penali. Nel 2001 quando ho iniziato la carriera di assistente sociale sono stata fortunata. Ho potuto scegliere il lavoro che più mi piaceva e, altrettanto, ho avuto il provilegio di trovare una responsabile di servizio che ha visto le mie potenzialità! Se ne è fregata di quello che già sapevo, ha guardato oltre. Se tutti i datori di lavoro fossero come lei…comunque sto iniziando a divagare, scusate.
P.S. per il 2017 mi sono posta come obiettivo professionale di migliorare la mia capacità di sintesi. Comunque degli obiettivi del 2017 ne parliamo a breve!
Torniamo ai miei amati adolescenti che rappresentano un mondo tanto affasciante quanto ‘fastidioso’! Avete mai fatto un colloquio con l’adolescente monosillabo? Se si, allora sapete di cosa parlo.
E mi raccomando non pensiamo che le fatiche con gli adolescenti siano materia specifica dei genitori. Qualsiasi adulto nel rapporto con gli adolescenti deve fare i conti con un mondo che non è nè quello adulto nè quello infantile e che, allo stesso tempo, combina insieme in maniera apparentemente contraddittoria entrambe le istanze. Invece no! Gli adolescenti hanno SOLO bisogno di adulti coerenti e chiedono adulti coerenti. Testano ogni giorno la nostra capacità di fare quello che diciamo. Avete mai provato a dire ad un adolescente che la puntaulità è importante? E poi arrivare voi in ritardo? Ecco, questo comportamento soprattutto quando non segue onesta scusa mette a rischio la relazione con l’adolescente.