Torna il v-blog di Assistente sociale privato, oggi parte una nuova rubrica in cui vi presento dei libri che per me hanno avuto, ed hanno un importanza particolare.
Oggi vi presento un libro che per me è stato molto importante, l’ho scoperto tardi, e mi ha dato voglia di riprendere in mano aspetti di studio specifici, in un momento in cui mi sentivo in crisi rispetto proprio alla professione di Assistente sociale.
Mi ha consentito di ritrovare, attraverso il profilo di pilastri della nostra professione, la motivazione per andare avanti e fare qualcosa di innovativo; mi ha consentito di capire da dove arriviamo, di ricollocarmi all’interno della professione
Questo libro, presenta delle differenze importanti tra il mondo americano, britannico e italiano, e ci aiuta comprendere come mai ci sono degli elementi, sia di pregiudizio che di stereotipo, tanto radicati nel sevizio sociale italiano.
Come mai si fa fatica negli anni 20 del 2000 a vedere la nostra professione come privata? come mai ad oggi si fa fatica a vedere la professione di Assistente sociale al di fuori di un contesto pubblico?
Questa riflessione mi accompagna da sempre.
Questo libro è fondamentale perché ci permette di riflettere, partendo dalla storia, di capire e comprendere dove siamo e dove possiamo andare.
Se ci sono riuscite donne e uomini dell’ottocento a reinventarsi ed inventare qualcosa di nuovo, senza le risorse che abbiamo oggi, possiamo riuscirci anche noi.
Erikson