Torna il v.log di Assistente sociale privato con la rubrico #fuoridalcomune:
Oggi Giulia Tura ci racconterà la sua esperienza come assistente sociale delle comunità ebraiche del nord-est
In Italia sono siamo solo tre assistenti sociali divisi in base all’area geografica, possiamo definirci come “Assistenti sociali itineranti”
L’ UCEI (unione delle comunità ebraiche in itlaia), dal 2014 ha attivato dei sportelli itineranti per attuare il principio di sussidiarietà comiunitaria e per poter migliorare la vita degli iscritti delle comunità minori, soprattutto per quelle comunità che non hanno un servizio osociale fisso, come le comunità più piccole
Il mio compito è quello di organizzare lo sportello sociale; oltre questo collaboriamo con la CLaims Conference, un associazioni di ebrei americani che ha chiesto un risarcimento danno per le vittime in vita della Shoah, come referenti per questa associazione nel territorio italiano.
Ogni comunità ebraica ha un presidente un rabbino e un consiglio di amministrazione, all’interno delle comunità viene garantito uno sportello sociale, erogazione contribuiti e progettazione, attività autofinanziata dalla comunità ebraica.
Avete contatti con gli assistente sociale del territorio?
Certo, il lavoro di rete è fondamentale, ad esempio per inserimento nella casa di riposo.
Il walfare è comunitario c’è molto senso di appartenenza, non si sentono mai soli; lavorano molto affinché ognuno si senta parte di un sistema.
Uscita dall’università avevi già le competenze?
Sicuramente la laurea in servizio sociale da delle buone basi, io in è più ho studiato la storia dell’ ebraismo in italia, perché io lavoro all’interno di un ente religioso, e soprattutto ho chiesto ai miei utenti.
Ho chiesto loro come viene vissuto l’essere ebreo oggi in italia, è un contesto che ti insegna molte cose, mette in risalto aspetti particolari che di solito non si vedono.
A me è capitato ad esempio di lavorare con un ebreo ultraortodosso, in questi casi è molto importante far leva sulla propria empatia.
Un paragone con la chiesa cattolica è possibile?
Gli ebrei in italia sono 25.000, hanno un vissuto persecutorio, cosi per sopravvivere si sono dati delle risposte interne, strutturando questi sportelli sociali.
Le comunità ebraiche, inoltre, non chiedono soldi allo Stato, ma si autofinanziano; in base al reddito dando un contributo.
Che tipo di innovazione hai riscontato?
L’innovazione l ‘hanno messa loro facendo una selezione pubblica di assistenti sociali non ebrei; nel lavoro quotidiano ad esempio si creano eventi comunitari, o si strutturano interventi educativi.
Ora il mio lavoro è in smartworking, ma spero di tornare presto a viaggiare per raggiungere le varie comunità.
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