Il nuovo Codice deontologico: verso il futuro?

Torna il vlog di  Assistente sociale privato, con una riflessione sul nuovo Codice Deontologico insieme all’avvocato Francesco Pisano , Claudio Petrelli e Francesco Poli.

Che riflessioni sono state fatte?

Una considerazione che è stata fatta sul nuovo codice devontologico è il fatto che molte cose inserite siano già presenti nel codice civile risultando quasi una ripetizione; l’.avv Francesco Pisano ci aiuta ad inquadrare a cosa dovrebbe rispondere un Codice.

La definizione del codice deontologico dal punto di vista giuridico è molto complessa; la deontologia è lo studio della deontica, quest’ultima è l’insieme dei comandi; quindi si dovrebbe parlare di Codice deontico, non deontologico.

Nle nostro Paese non è sufficente un insieme di principi che regolano la complessità sociale, quindi è essenziale  che ogni professione abbia i propri dettami., c’ quindi un etica degli assi. sociali, una degli avvocati ecc…

A cosa serve un codice deontologico? Serve a rendere giuridici i principi regolatori della condotta;sul valore del codice deontologico si è discusso tantissimo.

All’inizio si diceva che i codici avevano un valore pattizio (contratto fra più persone), in realtà in un secondo momento si afferma che il codice deontologico, nascendo dagli organismi preposti dagli Ordini, vengono riconosciuti come fonti di diritto,nel ragno inferiore alla legge e di integrazione legislativa.

Questo cambiamento è fondamentale.

Violare un articolo del codice vuol dire  non solo incappare in una sanzione, ma essere denunciati per illecito disciplinare.

Il Codice deontologico è una fonte del diritto, che ha una valenza giuridica. Una funzione importante del codice è quella identitario.

Il nuovo codice ha tutta una parte relativa alle responsabilità, inserendo una nuova parte che è quella relativa al consulente tecnico di parte, dando importanza anche alla libera professione.

Nel codice precedente, non si faceva riferimento alla libera professione, come se, nell’ottica di un codice che conferisce un’identità l’aspetto del lavoro non subordinato non fosse presente.

Questo codice vuole dare un’altra visione della professione?

Sembra di si, mettere in risalto una parte della professione sommersa, che prima non veniva citata.

Negli ultimi 10 anni sono successe molte cose, il codice deontologico 2009 non parla di libera professione perché prima era una figura assente, o poco presente; ci sono sfumature che in un codice andavano sottolineante, seppur presenti nel codice civile.

Una collocazione delle responsabilità  ottimale era l’obiettivo; l’idea era quella di entrare nel 2020 con una professione diversa dal 2009.

L’obiettivo del nuovo codice è rappresentare la nostra professione all’esterno.

Non possiamo entrare a gamba tesa nel rapporto con i nostri colleghi; il Codice è un lavoro condiviso, noi siamo aperti al confronto!!

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