“Perché gli altri ci riescono ed io no?”

Ti è mai capitato di pensare: ‘perché gli altri ci riescono ed io no?’

Dai! Non dirti bugie … almeno una volta è capitato anche a te!

Lo ammetto a me è accade spesso quando perdo la direzione di ciò che mi fa star bene.

Come ci comportiamo davanti alle crisi? Tutti nello stesso modo? E cosa sono le Crisi?

Crisi: ‘Stato di forte perturbazione nella vita di un individuo o di un gruppo di individui, con effetti più o meno gravi: essere in c., attraversare un momento particolarmente difficile’ Treccani

Nelle lingue orientali e in greco, invece assume connotati differenti, ovvero saper cogliere nelle difficoltà le opportunità.

E allora, iniziamo ad individuare prima di agire qual è il nostro modo arcaico e spesso inconsapevole di gestire le crisi nell’immediato del loro presentarsi.

Ho individuato tre Macro tipologie:

‘Gli autoindulgenti’
Il giustificatore tende a guardare all’esterno di sè per cercare cause, I famigerati Capri espiatori o le meno scientifiche sfighe. Questa attitudine porta alla deresponsabilizzazione personale a favore di una più facile – almeno all’apparenza – colpevolizzazione esterna. Ma se la responsabilità è dell’esterno, o solo dell’esterno noi che potere abbiamo di cambiare ciò che ci fa male?

Gli autoflagellanti


All’opposto del primo tipo, gli autoflagellanti tendono a crogiolarsi nell’ autocritica per la quale tutti sono bravi tranne loro, a loro
Non riesce mai abbastanza bene qualcosa e ci sono sempre persone più brave. Si focalizzano sulle loro mancanze ricerca di il perfezionismo e focalizzandosi sul negativo, du dettagli perdendo di vista il quadro generale, il senso più ampio delle
Cose. Io rientro più in questo secondo tipo quando sono in crisi. Se tutto dipende da noi vuol dire allora che ‘volere è potere?’ Allora gli autoflagellanti avrebbero ragione che è tutta colpa loro. E invece no.

Tutti rischiamo di incorrere nell’Arno o nell’altro in momenti diversi della nostra vita. Sarebbe opportuno non giudicarmi, piuttosto Ossevarci per essere consapevoli delle nostre modalità di gestione delle crisi. E da qui modificarci se il Modo che usiamo Non ci da star bene o non ci porta risultati desiderati.

Vi chiederete…quale è il terzo macro tipo?

L’equilibrista consapevole.

Questo terzo macro tipo riconosce la crisi. Non la
Sottovaluta, non la drammatizza. Si ascolta, è un grado di fermarsi e prendere tempo. Non ha tutte le risposte. Si fa domande, non cerca risposte certe, Sto arrivando! Stare nel dolore e nella fatica con una propensione a sentirsi, ascoltarli e farsi aiutare. Si guarda attorno, sperimenta modalità diverse da quelle conosciute dopo aver capito la direzione che vuole prendere. Si allena, si sperimenta, fa autoossrvazione e ordine … per definire i propri obiettivi. Lavora sulla propria sfera di potere identificando ciò che è nel suo potere e ciò che ne è fuori. Focalizza le sue azioni sulle prime e le mette in atto, anche piano piano. Sa almeno razionalmente che la responsabilità è ben più complessa di un bianco e nero che facilita emotivamente ma non porta nel tempo da nessuna parte.

Io sono spesso una autoflagellatrice e a volte un’equilibrista consapevole. La seconda modalità di solito si attiva quando mi sono autoflaggellata almeno un po’!

E tu che a quale macro categoria appartieni prevalentemente in questo momento della
Tua vita?